L’angelo è ritornato
Storia non molto diversa ha l’angelo che si trova alla sommità del campanile della basilica di S. Giacomo ap. a Chioggia. Il campanile fu innalzato in epoca imprecisabile, così come annota lo storico Morari (probabilmente nel ‘700), insieme alla chiesa “con tre campane, separato dalla chiesa, dalla parte di tramontana”. Lo ha fedelmente disegnato l’artista chioggiotto Aristide Naccari in una ricostruzione in sanguigna, datata 29 maggio 1911, e conservata nel Museo diocesano. Nel suo disegno architettonico il vecchio campanile risulta abbastanza diverso dall’attuale, perché culminava con una cupola rotondeggiante e massiccia a spiovente, cimata da una croce (non da un angelo), alto circa 20 metri. Questo campanile non venne distrutto all’epoca della ricostruzione della basilica, che terminò nel 1790 (vescovo G.B. Maria Civran). Nel 1894 si decise per la ricostruzione anche del campanile e l’artista Aristide Naccari fu incaricato di stendere un progetto di modificazioni al progetto iniziale da portarsi al campanile stesso (in china b/n e rossa), progetto pure conservato nel locale Museo diocesano e presentato nel 1896 dal Naccari: esso diede slancio alla costruzione prevedendo pure un “angelo” girevole segnavento con tromba ed ali spiegate, del tutto simile a quello che svettava in cima al campanile dell’antico santuario della B.V. della Navicella in Borgo Madonna, così come si evince da alcuni capitoli concordati il 15 marzo 1585 tra il vescovo, il podestà, il Minor Consiglio e i Procuratori del Santuario, in cui si prevedeva la costruzione del campanile, che in effetti poi fu innalzato: «e quando si haverà alquanto respirato dalle grandissime spese fatte finora, si faccia il campanile». In cima svettava un angelo quasi del tutto simile a quello che ora svetta in cima al campanile della basilica di San Giacomo. Santuario e campanile furono demoliti nel 1813: il primo fu ricostruito nel 1957, il secondo non vide mai la luce. Singolare coincidenza: una seconda copia dello stesso angelo figura in marmo sulla sommità del monumentale altar maggiore, che si trova nella basilica di San Giacomo, che conserva l’immagine della Madonna della Navicella e lo “zocco”: fu eseguito da Pietro Longo da Venezia su disegni di Aristide Naccari nel 1908.
Scarica articolo in pdf Leggi l’articolo originale